MUSEO CIVICO INSTEIA POLLA

Abito femminile ottocentesco da lavoro

Il Catalogo degli Abiti riprodotti nel Museo

Le famiglie meno abbienti non potevano fare a meno di coinvolgere, nei lavori contadini stagionali, anche le donne. Venivano spesso impiegate nei mestieri del grano, come la semina, la sarchiatura e mondatura delle piantine, la fase di setacciatura a seguito della trebbiatura. Non era raro vederle col capo caricato di paglia, posta al di sopra della sparatónna, il cercine di cui abbiamo parlato a proposito della processione della cénda, o trasportare con le stesse modalità ceste di uva o olive a seconda del periodo di raccolta.

Altra utile incombenza femminile era il recarsi a far provvista d’acqua, alle pubbliche fontane o presso le famiglie abbienti che disponevano di ampie cisterne di raccolta d’acqua piovana. Altrettanto importante nell’economia familiare era recarsi a fare il bucato al fiume Tanagro, nei lavatoi in muratura costruiti sugli argini poco a nord del Ponte romano oggi purtroppo non più esistenti.

Quante vestivano il costume quotidiano solevano in tali circostanze rialzare sul davanti il

sottano, e fermarlo sul dietro, in un groppo piuttosto casuale, non come l’elaborata «coda» della gonna, lasciando in vista la sottoveste, utilizzando talvolta anche delle spille da balia conservate all’interno della tasca volante.

L’abito, simile nelle fattezze a quello quotidiano di cui alla pagina Abito femminile ottocentesco quotidiano elegante risultava composto di:

Abito femminile ottocentesco da lavoro
Immagine da "Il Costume delle Donne di Polla nel Vallo di Diano - vol. I"

In ricostruzione, in rasatello di cotone turchino scuro.

Un ‘fazzoletto da testa’, annodato sotto il mento, che veniva aggiunto per proteggersi da sole e polvere. Era di cotone o altro tessuto adatto, bianco o comunque sia chiaro, anche a piccoli disegni, spesso ricavato da pezzi di stoffa di cui si disponeva. In ricostruzione, è in tela di lino bianca.