MUSEO CIVICO INSTEIA POLLA

La chiesa di Santa Maria la Scala

L’abito tradizionale pollese – un profilo generale

Completata nel 1536, così come riportato sull’architrave del portale d’ingresso, ha data di fondazione incerta, anche se da una bolla del 1533 risulta già innalzata ed attiva in quell’anno.

Erano gli anni in cui l’abitato del centro storico di Polla si estendeva, avvicinandosi alle porte di accesso presenti sulla cinta muraria che cingeva il paese, fra cui la Porta della Scala, da cui la chiesetta prese il nome. La porta, a sua volta, portava il nome dell’antica casata pollese dei La Scala, in quanto si trovava adiacente all’abitazione della famiglia, presente a Polla già dal Trecento.

La chiesa sorse dunque, occupando con la sua area una piccola parte degli orti giardini che costeggiavano la casa «palazzata» della famiglia Verlangieri, diventandone parte integrante e data la contiguità con la residenza divenne in breve tempo anche la cappella della famiglia.

Dedicata alla Presentazione di Maria al Tempio, divenne in breve tempo uno dei luoghi di culto più importanti della devozione mariana nel paese, e centro di importanti celebrazioni.

La chiesa è costituita da un’unica ampia navata rettangolare, diciotto metri e ottanta di lunghezza per otto di larghezza, con abside quadrata, e riceve luce da cinque finestre rettangolari, disposte al di sopra di un cornicione aggettante, due sul lato destro e altrettante su quello sinistro lungo le pareti laterali, una, sempre a sinistra, a illumina-e il presbiterio.

Questo s’eleva su un piano rialzato da due gradini, è introdotto da un ampio arco trionfale ed è sormontato da una copertura a cupola con sesto ribassato.

Visse il suo periodo di massimo splendore nel Settecento così come testimoniato da numerose tracce documentali. A questo periodo appartiene infatti la tela de «il Mistero della Presentazione di Maria Vergine» che, attualmente esposta nella chiesa di Cristo Re, era al centro dell’altare, sostituito poi nell’Ottocento da un gruppo ligneo di pregevole fattura.

Col passar del tempo la chiesa, venendo incontro alla crescente devozione popolare, s’arricchì del culto di altri Santi.

Fra questi, San Francesco di Paola, che essendo passato a suo tempo a Polla, occupa un posto di primo rilievo nelle devozioni dei fedeli.

Non mancarono una statua di San Giuseppe e un’altra del sacro Cuore, più recente in cartapesta, e poi, sempre nel corso dell’Ottocento, un quadro a stampa della Madonna di Pompei in trono. I fedeli del rione, che hanno frequentato la chiesa finché essa è rimasta aperta al culto, ricordano con quanta trepida devozione le mamme si raccogliessero, durante la Guerra, ai piedi di questa immagine: ne sono testimonianza i tanti ex voto che tuttora adornano l’immagine sacra. Fra questi i numerosi gioielli, dalle fogge inconfondibili dei tipici monili che adornavano il costume delle pacchjane .

Riportò gravi danni dal terremoto del 16 dicembre 1857 e subì un primo restauro, che ripristinò sia l’interno che i decori della facciata, dove furono ricomposti la trabeazione, sormontata da un rosone, e il frontone. Immediatamente al di sopra del portale fu applicato un fregio in gesso e ai lati del portale, furono relineate due nicchie cieche simmetriche, incorniciate a stucco. 

Al di sopra dell’ingresso si trova la tribuna per l’organo, posta a tre metri d’altezza dal pavimento: una stretta scala a chiocciola di legno, disposta al lato destro in un vano chiuso, vi consente l’accesso.

Un nuovo terremoto ne segnò in maniera definitiva la storia.
Dichiarata inagibile in seguito al terremoto del 1980 è stata chiusa al culto, e prima che cominciassero i lavori di restauro durati dal 2003 al 2005 fu definitivamente svuotata di tutti gli arredi sacri.

Durante le operazioni di consolidamento dell’interno, demolito il controsoffitto, è venuto alla luce un soffitto a cassettoni, realizzato in legno di castagno, finemente decorato con rosoni che s’alternano a rami di rose, dipinti a tempera nei toni dominanti dell’ocra, del verde e del rosa su un fondo azzurro tenue, che oggi possiamo ammirare nella loro armoniosa bellezza originaria.

Un luogo che, in un viaggio di quasi cinque secoli, narra la storia del paese e che con la sua destinazione attuale, quale sede del Museo Civico, continua a raccontare Polla e i suoi cittadini

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