MUSEO CIVICO INSTEIA POLLA

Abito femminile ottocentesco quotidiano elegante

Il Catalogo degli Abiti riprodotti nel Museo

L’abito d’uso quotidiano, il cosiddetto vustítu ggiurnaliéri o vesta ppi ttutti i juórni era d’uso prevalentemente casalingo. Tuttavia veniva indossato anche per le minime faccende che comportavano l’uscire di casa, come gli acquisti alle botteghe del paese o al mercato settimanale, ma non alle fiere annuali come quella di San Giovanni in giugno o di Santa Rosa in ottobre, che in quanto attese e considerate dei veri e propri eventi mondani richiedevano un abbigliamento più elegante.

Altra occasione particolarmente sentita che richiedeva alle donne di uscir di casa era il prestare servizio u vuciunànźu, al vicinato, considerato un reale dovere solidale. Il vicinato di fatti era da considerarsi come il vero circolo di amicizie della donna pollese dell’Ottocento.

Rimandando al solito per i dettagli costruttivi a L’abito tradizionale pollese – le fogge e gli elementi principali.  l’abito quotidiano era composto da:

Abito femminile ottocentesco quotidiano elegante
Immagine da "Il Costume delle Donne di Polla nel Vallo di Diano - vol. I"

Di tessuto grossolano, solitamente lavorato in casa, quasi sempre priva di ornamenti.

Di cotone pesante a tinte tenui.

In tessuto di lana rossa casalinga o cotone ordinario – in ricostruzione in raso di cotone color vinaccia –  della stessa foggia di quello elegante ma meno decorato. Per quanto riguarda le maniche, esse erano dello stesso materiale e colore del corsetto, della stessa foggia delle maniche eleganti ma ovviamente con meno decorazioni.

Della consueta foggia ma in di lana rossa filata, tinta e tessuta in casa, con rifinitura di tela turchina e nastro azzurro. Nella ricostruzione è tuttavia in kashmir.

In tessuto preferibilmente sui toni tenui dell’azzurro o del rosa, di qualità adeguata lungo sino ai piedi, pieghettato in vita, con o senza rifinitura di nastro colorato. In ricostruzione è in seta cangiante lilla-azzura.

Assente nella ricostruzione, veniva indossato spesso per i lavori più pesanti, era di di grossa tela di cotone bianco, talvolta adorno di piccoli ricami simbolici a punto a croce e veniva sovrapposto o sostituito alla musalèdda.

Colorato, con o senza frange, di tessuto adeguato all’utilizzo.

Assente in ricostruzione, sempre di tessuto in lana marrone, con rifinitura di nastro di seta rossa o paonazza e vellutino, frangetta, passamaneria di seta.

Le calze erano di cotone o di lana, a seconda della stagione, bianche, rosse, o anche a righe marroni tinte in casa: in questo caso il colore serviva ad attenuare gli effetti dell’uso quotidiano.