Indirizzo
Via S. Maria la Scala, 83
Polla (SA)
Telefono
+39 39 339 235 9972
Orari
dal Lunedì al Venerdì: 08:00 - 13:00
MUSEO CIVICO INSTEIA POLLA
Il Catalogo degli Abiti riprodotti nel Museo
L’abito d’uso quotidiano, il cosiddetto vustítu ggiurnaliéri o vesta ppi ttutti i juórni era d’uso prevalentemente casalingo. Tuttavia veniva indossato anche per le minime faccende che comportavano l’uscire di casa, come gli acquisti alle botteghe del paese o al mercato settimanale, ma non alle fiere annuali come quella di San Giovanni in giugno o di Santa Rosa in ottobre, che in quanto attese e considerate dei veri e propri eventi mondani richiedevano un abbigliamento più elegante.
Altra occasione particolarmente sentita che richiedeva alle donne di uscir di casa era il prestare servizio u vuciunànźu, al vicinato, considerato un reale dovere solidale. Il vicinato di fatti era da considerarsi come il vero circolo di amicizie della donna pollese dell’Ottocento.
Rimandando al solito per i dettagli costruttivi a L’abito tradizionale pollese – le fogge e gli elementi principali. l’abito quotidiano era composto da:
Di tessuto grossolano, solitamente lavorato in casa, quasi sempre priva di ornamenti.
Di cotone pesante a tinte tenui.
In tessuto di lana rossa casalinga o cotone ordinario – in ricostruzione in raso di cotone color vinaccia – della stessa foggia di quello elegante ma meno decorato. Per quanto riguarda le maniche, esse erano dello stesso materiale e colore del corsetto, della stessa foggia delle maniche eleganti ma ovviamente con meno decorazioni.
Della consueta foggia ma in di lana rossa filata, tinta e tessuta in casa, con rifinitura di tela turchina e nastro azzurro. Nella ricostruzione è tuttavia in kashmir.
In tessuto preferibilmente sui toni tenui dell’azzurro o del rosa, di qualità adeguata lungo sino ai piedi, pieghettato in vita, con o senza rifinitura di nastro colorato. In ricostruzione è in seta cangiante lilla-azzura.
Assente nella ricostruzione, veniva indossato spesso per i lavori più pesanti, era di di grossa tela di cotone bianco, talvolta adorno di piccoli ricami simbolici a punto a croce e veniva sovrapposto o sostituito alla musalèdda.
Colorato, con o senza frange, di tessuto adeguato all’utilizzo.
Assente in ricostruzione, sempre di tessuto in lana marrone, con rifinitura di nastro di seta rossa o paonazza e vellutino, frangetta, passamaneria di seta.
Le calze erano di cotone o di lana, a seconda della stagione, bianche, rosse, o anche a righe marroni tinte in casa: in questo caso il colore serviva ad attenuare gli effetti dell’uso quotidiano.