MUSEO CIVICO INSTEIA POLLA

Abito femminile Antico di Gala/Festivo

Il Catalogo degli Abiti riprodotti nel Museo

Per quanto riguarda la ricostruzione dell’abito di gala antico/festivo le fonti a nostra disposizione sono prevalentemente letterarie, mancando reperti di identificazione certa e, dovendo sottostare per ragioni ovviamente cronologiche, all’assenza di testimonianze etnografiche.

Le prime annotazioni dettagliate sul costume pollese risalgono agli inizi e alla metà dell’Ottocento, ma lì dove le gouaches rivelano le già note imprecisioni, maggiori dettagli sono rinvenibili negli scritti di Giulio Cesare Galloppo e nella Statistica murattiana.

Gli elementi caratteristici dell’abito della fase antica sono:

Abito Femminile Gala Festivo

Costruttivamente simile a quella già analizzata in L’abito tradizionale pollese – le fogge e gli elementi principali, di fine mussola di cotone o lino bianco, conserva il tratto tipico del Seicento barocco, una ricca arricciatura, una gorgiera di pizzo o di tulle ricamato sovrapposta all’ampio scollo rotondo detto berta. Non ne conserviamo reperti o testimonianze fotografiche

In tela di cotone bianca nella ricostruzione, ma a volte di altro tessuto di cotone dai colori pastello. Chiaramente non visibile in quanto appartenente alla biancheria intima.

In seta rossa nella ricostruzione, a volte secondo Galloppo anche in colori diversi dal rosso e uniti da nastro celeste.

Di lana rossa con la tipica pieghettatura a cannelli, rifinita da nastro celeste o cangiante. Nella Statistica e in Galloppo, il color «rosso» della sottogonna è ben distinto dallo «scarlatto» della spara, indicando due tonalità diverse.

In panno di lana turchina presenta alla cintura il motivo ornamentale di galloni dorati distintivo della donna sposatae ha la mezza fodera azzurra.

Nella Statistica murattiana viene indicato che potesse essere anche di tela rossa ma tale notizia non è supportata da altri riferimenti orali o materiali. Unica fonte in questo caso,  una tela settecentesca di San Francesco di Paola in San Nicola dei Latini e la ricordata tela seicentesca del Convento di Sant’Antonio in cui Giuditta indossa un simile abito in verde chiaro. Tuttavia non è improbabile che il gusto delle donne di Polla nella metà dell’Ottocento si fosse semplicemente attestato sul colore turchino.

Costruttivamente simile a quello dell’abito di gala ottocentesco, in seta damascata, è in nero bordato in oro nelle occasioni festive e l’indicazione di Galloppo circa una sua variabilità cromatica sembra dovuta ad una commistione col grembiule dell’uso quotidiano.

Epigono dell’antica tovaglia di lino bianco diffusa in molti dei costumi popolari italiani e documentata negli affreschi del Convento di Sant’Antonio, assume dei tratti unici nel costume pollese ottocentesco. È da considerarsi una vera e propria innovazione propria della vestitura di Polla.

Costituita da un ampio rettangolo di lana scarlatta, viene acconciata in un modo estremamente peculiare e decisamente differente dal precedente copricapo, rilevabile in un disegno a penna di Galloppo e in una tarda testimonianza fotografica del 1950. Viene infatti posta sul capo di sbieco, da sinistra a destra, e ricadente sulle spalle.

Di foggia rettangolare a differenza del più recente di taglio quadrato, in pregiata lana castoro nera o marrone, rifinito di nastro di seta nei toni del rosso e gallonato d’oro. Deve probabilmente le sue fattezze alle dimensioni del pannolano casalingo tessuto in casa al telaio.